Come tutti ormai sanno, il primo gennaio 2019 inizia l’era della fattura elettronica. E da qualche settimane, abbiamo l’opportunità di vedere lo spot televisivo del “Ministero dell’Economia e delle Finanze – Agenzia delle Entrate” che illustra velocemente le novità della fattura elettronica. Avendo cominciato a lavorare a braccetto della fattura elettronica già diversi mesi fa, vorremmo sollevare alcune eccezioni su quanto riportato nello spot.
E’ in arrivo una rivoluzione intelligente!
Insomma, l’idea alla base della fattura elettronica è decisamente intelligente, ma come spesso è già accaduto, è la modalità di implementazione che ha causato e continua a causare disagi: informazioni non chiare fin da subito, procedure che si scoprono lungo la strada, chiarimenti che non vengono forniti oppure che sono solo parziali. Ad esempio, queste sono alcune domande che permangono in un limbo dove ognuno esprime il proprio parere, senza averne uno ufficiale e definitivo: entro quale termine va spedita la fattura elettronica rispetto alla data di emissione? le autofatture vanno inviate come fatture elettroniche? l’invio delle fatture elettroniche per i clienti esteri, eviterà la comunicazione dell'”esterometro”? Lo scopriremo nei prossimi mesi.
La fattura elettronica sostituisce definitivamente quella cartacea
In realtà, la fattura cartacea continuerà ad esistere, perché una buona parte di soggetti giuridici italiani saranno esentati dall’obbligo di utilizzo della fattura elettronica: soggetti che aderiscono al regime forfettario, operatori sanitari e altri soggetti per un totale di circa 1,4 milioni di esenzioni (stime dei commercialisti italiani riportate dal “Corriere della sera” del 28/12/2018). Le esenzioni degli operatori sanitari nascono da problematiche di privacy, che però sono state evidenziate con molto ritardo, tanto da aver fatto comunque spendere denaro a molti studi medici. Oltre a queste deroghe, va considerato che le operazioni da e verso operatori esteri continueranno ad essere “di carta”. Questo sta a significare che le aziende dovranno mantenere sia l’archiviazione cartacea, che quella digitale “sostitutiva” della cartacea, duplicando quindi le procedure di archiviazione.
Eliminerà costi di stampa, spedizione e conservazione
Come detto nel precedente paragrafo, la conservazione cartacea continuerà ad esistere. I costi di spedizione erano in realtà già limitati in quanto quasi tutte le aziende utilizzano solo l’email per la comunicazione della fattura in formato PDF. I costi di stampa, almeno per il periodo iniziale, rimarranno quelli attuali perché le aziende continueranno a voler “vedere” su supporto tangibile le fatture. La conservazione “cartacea” continuerà ad esistere anche per le fatture elettroniche. Tutto ciò premesso, a breve termine non vi saranno grandi benefici economici per le aziende, che anzi hanno dovuto sostenere e sosterranno in futuro, i costi per la gestione della procedura di fatturazione elettronica.
Contrasterà le frodi e sarà semplice
Sicuramente la fattura elettronica contribuirà a combattere le false fatture, ma definirla semplice è un po’ arrischiato. In realtà, diviene semplice se si delega un soggetto terzo a fare tutto il lavoro (ad es. lo studio commercialista o contabile che fornisce già il servizio di consulenza aziendale). Se si volesse utilizzare autonomamente le applicazioni dell’Agenzia delle Entrate, il solo doversi registrare ai servizi telematici dell’AdE diventa un’odissea di codici e PIN, con settimane di attesa. Le aziende che invece utilizzano un software gestionale, hanno dovuto attivarsi per adeguarlo alla nuova normativa e scegliere come eseguire l’invio della fattura elettronica: ad oggi ci sono aziende che generano la fattura elettronica (file xml) e la girano al proprio commercialista che si arrangia per tutto il resto; aziende che generano la fattura elettronica e la caricano manualmente sul portale che hanno scelto; aziende che generano la fattura elettronica e la inviano automaticamente dal proprio sistema gestionale al portale al quale si sono affidate. A questo si aggiunge la “furbizia” di qualche grosso cliente che, forte della propria posizione, chiede al proprio fornitore di compilare la fattura elettronica con specifiche informazioni: in questo modo il suo sistema sarà in grado di leggere automaticamente più informazioni, risparmiando tempo e denaro. Tuttavia, il fornitore dovrà adeguare la generazione della fattura elettronica per accogliere la richiesta del proprio cliente. Ciò significa spostare i costi di implementazione delle procedure software dal proprio sistema a quello del proprio fornitore. Nel caso in cui i clienti che fanno queste richieste siano numerosi, il fornitore si ritroverà a dover implementare generazioni di fatture elettroniche diverse a seconda del cliente con cui ha a che fare. E questo significa più complessità e più costi.
Per i cittadini non cambia nulla
Teoricamente, per i cittadini non cambia nulla, per ora. Ma è molto probabile che si vada verso una fatturazione solo elettronica anche per i privati, che prima o poi dovranno forzatamente registrarsi ai servizi telematici dell’AdE per poter accedere alle fatture elettroniche che hanno ricevuto: lo SPID dovrebbe servire anche a questo.
In conclusione
E’ quindi tutto negativo ciò che riguarda la fattura elettronica? In realtà, nel lungo periodo sarà sicuramente una “rivoluzione” positiva, aiutando in particolar modo la dematerializzazione documentale e riducendo le frodi sulle operazioni IVA. Rimane però il fatto che la modalità e le procedure scelte dallo stato Italiano per l’implementazione della fattura elettronica hanno comportato e comporteranno costi che potevano essere minori, ponendo maggior attenzione alla realtà delle aziende italiane.