Siamo (quasi) tutti abituati a condividere molto con gli altri. Naturalmente parliamo di condivisione di informazioni su social e affini. Gran parte del merito di questo va alla facilità di condivisione che ci viene offerta dagli strumenti “informatici”: con qualsiasi smartphone è un attimo fare una foto e pubblicarla su uno dei social a cui siamo affezionati.
Ciò a cui facciamo meno attenzione è quali possono essere le conseguenze delle nostre condivisioni: capita sempre più spesso che ci siano casi di post rimossi perché hanno scatenato grandi reazioni critiche. Ed in questo caso è la fretta di condividere ad esserne la causa.
Capita anche a personalità importanti, come riportato da La Stampa del 20 novembre scorso. Durante una riunione online dei ministri della difesa dell’UE (ministri della difesa, non la proloco del paese), tra i partecipanti è comparso un giornalista olandese (Daniel Verlaan di RTL): redarguito pesantemente (si tratterebbe di un reato penale), si è scollegato subito, ma l’incursione era avvenuta con successo.
Daniel ha poi spiegato che il ministro della difesa olandese Ank Bijleveld, aveva pubblicato una foto del suo computer durante il vertice, da cui si potevano leggere il link della riunione e 5 caratteri su 6 del codice di accesso alla riunione. Dopo alcuni tentativi il giornalista è riuscito ad accedere e salutare tutti i ministri della difesa dell’Unione Europea.
Quindi, condividiamo ciò che ci fa piacere, ma prima di pubblicare buttiamoci un’occhio per evitare di mettere “in piazza” ciò che potrebbe essere segreto o anche solo imbarazzante.
E tutti vissero felici e contenti.